Villamar

Villamar


Arrivando da Furtei, dalla SS 197, raccolto intorno a una torre campanaria, Villamar ti appare al centro di un’ampia area pianeggiante lievemente ondulata, dove da antica memoria abbonda la coltivazione del grano, la pastorizia e l’orticoltura.
In lontananza, colline mammellari tipiche della Marmilla, di conformazione geologica del Miocene che includono, a strati, vari fossili.
All‘ingresso, nella via Roma, il turista viene accolto da suggestive sculture e murales che danno l’idea della storia e della tradizione del paese nel tempo.

Sulla destra, nel muro della casa che fa da angolo tra la via Azuni e la via Roma, un murale, un po’ troppo scolorito, purtroppo, ma che ti fa entrare nella macchina del tempo e ti rimanda allo strumento musicale più antico proprio del popolo sardo.

Un po’ più avanti un bronzetto e una navicella nuragica

Poi si prosegue con le sculture in pietra che rimandano alla storia del paese e alle attività dei suoi abitanti.

Proseguendo nella via, giungiamo alla piazza municipio, dove sorge il massiccio monumento ai caduti, costituito da un grosso masso in pietra ( granito bianco ) di 5.020 metri, reperito nelle campagne di Villamar, in località ” Gennolino “, in prossimità del confine con Pauli Arbarei. Qui sono incisi, mediante sabbia sulla pietra, solamente i nomi dei caduti e il grado ricoperto durante la guerra, senza nessun tipo di fregio e lavorazione.

Vicino al monumento dei caduti in guerra ne è stato eretto uno anche in ricordo dei caduti civili che avevano perso la vita a causa di residui bellici. Anche questo monumento è costituito da un masso di granito bianco di 2,25 metri, reperito nella stessa località dell’altro.

Nella piazza, c’è anche l’accesso alle tombe puniche del VI secolo.

Addentrandosi, sulla destra, si giunge al centro storico, dai caratteristici portali, le strette vie selciate, quartiere maiorchino con accanto, in una lieve altura, la chiesa romanica di San Pietro del XII secolo.

Proseguendo, in una breve salita, in un grande spiazzo, la parrocchiale di San Giovanni Battista che custodisce al suo interno il Retablo del 1518, commissionato da Salvatore Americh III.

Dopo la visita alla Parrocchia possiamo proseguire nelle vie del paese seguendo il percorso della via Crucis, oppure visitare la chiesa di Antoccia, il parco, l’orto botanico e la chiesa di San Giuseppe.

A sinistra della parrocchiale, come da sentinella, vigila la chiesa di Antiochia, dalle origini bizantine, antica cappella dei Giudici e degli Aymerich, conti di Villamar.

Da quel punto si impone alla visuale il colle conico di “ Su Cuccuru de su Casteddu “, che ancora custodisce i resti dell’antica torre giudicale di avvistamento del confine arborense.


http://trexentastorica.blogspot.com/2011/11/pietro-de-sena.html

Dietro la Parrocchiale, l’antico rione di Santa Maria Is Pratzas con il Monte Granatico che ospiterà a breve il museo dei reperti punici. Tornando sulla piazza della chiesa, scendendo lungo la via d’Itria, il parco comunale e l’orto botanico; costeggiandoli si giunge alla via Umberto, dove si trova la chiesa settecentesca di San Giuseppe.

Si ricorda che Villamar ha due chiese campestri: la Madonna d’Itria e la chiesa di Santa Maria.

Particolarissimo il legame dei villamaresi alla Vergine Odigitria, di origini bizantine, la cui festa viene celebrata la terza domenica d’agosto.

La festa di Santa Maria, invece, ricade l’8 settembre.