Zio Pino Incani
Se nel cortile delle mucche zio Pietro predicava, zio Pino Incani cantava. Cantava quando aveva paura, cantava quando era contento, cantava per intrattenere noi bambini che andavamo a scaldarci la sera accanto al fuoco.
Non so se i testi fossero suoi, ma li sapeva interpretare così bene che sembrava conoscesse di persona i suoi personaggi. Raccontava di uno che diceva che solo per il fatto che era ben vestito, tutti pensavano che avesse soldi. Era miserabile, povero lui, certi giorni non sapeva come tirare avanti. E ogni tanto andavano a sequestrarlo.
Gli avevano sequestrato tutti i mobili e la moglie moriva dal pianto e nella sua casa, c’era da non crederci, ma giurava di non avete il valore di un soldo. Un piatto e un cucchiaio a ognuno dei due e una saliera fatta di sughero dal tempo in cui era in vita il bisnonno.
Però lui stava bene nel mese di maggio, quando c’erano fave col naso nero e lui le cucinava lesse e le mangiava in abbondanza e non gli importava del sequestro se c’era roba da mangiare e voglia di cantare.
Questa canzone mi colpiva particolarmente, perché anche noi in famiglia avevamo vissuto certe situazioni. Mamma raccontava che anche a casa venivano s sannoris a valigia ” con l’intenzione di sequestrare.
Ma di questa storia vi racconterò nella seconda parte.